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(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Delegazione

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Comunicato CC 09/2021
7 aprile 2021

Saluto del CC del (nuovo)PCI ai compagni di Noi Restiamo

Cari compagni, il vostro proposito risponde alla tensione alla costruzione del partito comunista che la deflagrazione della crisi generale del capitalismo causata dalla pandemia da Covid-19 ha suscitato negli elementi più avanzati della “base rossa”, del proletariato e in generale delle masse popolari (in particolare giovani, donne, immigrati) del nostro paese.

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Leggi La Voce 67 del (nuovo)PCI

Comunicato CC 10/2021 - 22 aprile 2021

[Scaricate il testo del comunicato in Open Office / Word ]

25 Aprile e Primo Maggio

Gli antifascisti devono lottare contro il governo dell’ammucchiata dei partiti delle Larghe Intese presieduto dal Commissario dell’UE Mario Draghi!

Chi sostiene gli interessi delle masse popolari deve in ogni contesto promuovere la costituzione e il rafforzamento di organismi operai e popolari tesi a costituire un loro governo d’emergenza!

Un passo dopo l’altro il governo Draghi sta eliminando le tracce lasciate dai due governi M5S in termini di istituti e di uomini. Ambedue i governi M5S erano frutto di un compromesso tra i vertici della Repubblica Pontificia (RP) infeudata dal 1949 alla NATO e dal 1981 all’UE e gli esponenti del M5S. Questi con le loro promesse di cambiamento di rotta avevano riscosso un seguito popolare tale che il risultato delle elezioni del 4 marzo 2018 aveva reso impossibile ai vertici della RP costituire un governo senza l’approvazione dei gruppi parlamentari M5S. La debolezza del M5S si è manifestata nell’accettazione, in termini di uomini e di programmi, di un compromesso tale da permettere ai vertici della RP di indebolire la spinta rinnovatrice di cui il M5S si professava paladino, fino a rabberciare la breccia che il malcontento, l’indignazione e la rivolta delle masse popolari avevano aperto nel loro sistema politico.

Ma la vittoria dei gruppi imperialisti italiani (da Agnelli a Benetton) da sempre legati alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti, del Vaticano e delle Organizzazioni Criminali, è provvisoria: la ricucitura che hanno dato al loro sistema politico è fragile. Certo, hanno eliminato o stanno eliminando gli uomini e gli istituti che più rappresentavano i timidi scostamenti dal programma comune della borghesia imperialista che i governi del M5S avevano impresso al corso delle cose, ma questo non conferisce stabilità al loro governo. Non solo la pandemia intralcia la loro attività, ma la minano i contrasti tra loro stessi e la resistenza delle masse popolari.

La pandemia da coronavirus Covid-19 è il risultato dell’opera svolta dai gruppi imperialisti di tutto il mondo (eliminazione delle conquiste strappate dalle masse popolari, dal sistema sanitario alla coesione sociale, devastazione dell’ambiente e delle risorse naturali, soffocamento della ricerca a difesa della salute e del benessere dell’umanità, riarmo e guerre, ecc.) nell’epoca di nera reazione che ha seguito l’esaurimento della prima ondata mondiale (1917-1976) della rivoluzione proletaria. La criminale gestione che i governi dei gruppi imperialisti di tutto il mondo hanno fatto della pandemia conferma che la pandemia e altri eventi simili sono connaturati con il loro sistema sociale, fanno parte della devastazione del pianeta Terra che il prolungamento della vita del loro sistema sociale comporta.

Certo, epidemie se ne sono state anche nei secoli passati. Come da sempre ci sono stati altri disastri naturali. Ma il prolungamento della vita del sistema sociale capitalista fa sì che il grande sviluppo della scienza e della tecnica e del dominio sulla natura che gli uomini hanno oggi raggiunto, invece di eliminare o almeno attenuare epidemie e altri disastri naturali, li ingigantisce. Contro questo, le prediche, le pie esortazioni e le belle aspirazioni dei Bergoglio, delle Thunberg e degli altri benpensanti e santoni servono a qualcosa solo se noi comunisti traiamo profitto dal turbamento e dalle aspirazioni che suscitano nei loro seguaci. Bisogna superare il sistema capitalista, bisogna togliere ai capitalisti la proprietà e la gestione dell’economia, bisogna instaurare la gestione pianificata delle attività economiche per produrre quello che è utile per vivere, bisogna promuovere la partecipazione consapevole delle masse popolari organizzate alla gestione di tutti gli aspetti della vita sociale: il contrario di impedire ai dipendenti di denunciare le malefatte e le manovre di aziende, banche e Pubbliche Amministrazioni, il contrario della “fedeltà aziendale”.

Il primo passo è che il potere sia nelle mani di chi ha interesse ad attuare questo programma e quindi che le masse popolari si organizzino in modo da esprimere un simile governo e farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia. Tutti quelli che vogliono porre fine al catastrofico corso delle cose devono da subito concorrere a creare le condizioni di questo diverso corso delle cose. Questa è l’opera a cui siamo dediti noi comunisti. Queste sono le nostre Tesi di Aprile, basate sull’analisi concreta della situazione concreta del nostro paese.

I nostri limiti nella definizione nei particolari della nostra linea e nella sua attuazione concreta sono grandi, le nostre forze ancora limitate. L’esaurimento della prima ondata mondiale delle rivoluzione proletaria ha lasciato amarezza, delusione e sfiducia e la borghesia e il clero ne approfittano per distogliere le masse popolari dalla rivoluzione socialista, per indirizzare in senso anticomunista le idee e i sentimenti della massa della popolazione, il senso comune. Ma l’esperienza diretta delle masse stesse, la constatazione di dove porta l’attuale sistema sociale in cui la borghesia imperialista detta legge, genera nelle masse popolari una resistenza al dominio dei gruppi imperialisti che noi comunisti possiamo e dobbiamo sviluppare e orientare. La scienza che ereditiamo dal movimento comunista e il bilancio dell’esperienza della prima ondata rendono possibile l’opera che dobbiamo compiere.

Noi comunisti italiani dobbiamo fare con cura il bilancio dell’esperienza dei due governi M5S. L’ultimo numero della rivista del nostro Partito, La Voce, contiene alcuni elementi di questo bilancio. L’esperienza dei due governi M5S mostra che è possibile fare ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia un governo che essi non vogliono. Mostra anche quello che non bisogna fare: quali sono i compromessi che non bisogna accettare e quali quelli necessari e utili per arrivare passo dopo passo ad eliminare la Repubblica Pontificia.

È un insegnamento per alcuni importanti aspetti analogo a quello che ci viene dal 25 aprile 1945. Anche allora la borghesia e il Vaticano dovettero rinunciare al fascismo e ingoiare un governo che non era quello che loro era proprio. Il PCI, saggiamente consigliato dall’Internazionale Comunista guidata da Stalin e Dimitrov, sciolta formalmente nel 1943 ma di fatto nel 1945 ancora operante, attuò la direttiva e portò il PSI, il Partito d’Azione e altri gruppi popolari a “stare al gioco” ed entrare in un governo di compromesso. Anche il bilancio di quel governo ci dà grandi insegnamenti per l’opera che dobbiamo compiere oggi. Di questo bilancio abbiamo trattato sullo stesso numero 67 di La Voce.

Le iniziative commemorative e di celebrazione dell’anniversario della Liberazione e le iniziative del Primo Maggio devono trattare sia del bilancio dei governi formati nel 1944-1947 sull’onda della Resistenza contro il nazifascismo, sia del bilancio dei governi M5S del 2018-2020. Da questo dobbiamo ricavare lezioni per il Governo di Blocco Popolare (GBP), il governo di emergenza che le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari devono costituire giovandosi degli esponenti democratici della società civile, dei dirigenti della sinistra sindacale e degli esponenti della sinistra borghese non anticomunisti e fare ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia. È la via per cambiare il corso delle cose, sarà la prima fase della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata che culminerà nell’instaurazione del socialismo. Le lotte rivendicative, le proteste, le rivolte e ogni genere di attività delle masse popolari, del proletariato e in particolare della classe operaia saranno e devono essere al centro delle iniziative del Primo Maggio. Ognuna di queste iniziative sarà tanto più importante e costruttiva del futuro quanto più concorrerà a fare di ogni lotta una scuola di comunismo, quindi a creare e rafforzare Organizzazioni Operaie e Popolari che si coordinino in un fronte anti Larghe Intese, contro il governo Draghi, contro la NATO e contro l’UE, un fronte teso a creare le condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare.

Usare le mobilitazioni del 25 Aprile e del Primo Maggio per moltiplicare OO e OP e per unire tutte le lotte, da NO TAV a lavoratori autonomi, da Alitalia a ex Ilva di Taranto, da scuola a sanità, in un fronte anti Larghe Intese contro governo Draghi, UE e NATO e per formare il GBP!

Imparare, nel centenario della fondazione del primo PCI, dal 25 aprile 1945!

Per questo lotta il (nuovo)Partito Comunista Italiano, con l’onore di proseguire l’opera iniziata con la prima ondata della rivoluzione proletari, con amore infinito verso la classe operaia e le masse popolari!

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Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 84 di La Voce 67 e gli adesivi dell’Avviso ai naviganti 103 è un’operazione di guerra: vedere che il (n)PCI clandestino è presente infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!

Inviare alla Delegazione delegazione.npci@riseup.net l’indirizzo email di ogni conoscente e di ogni organismo a cui può essere utile ricevere i Comunicati del Partito!

Mettersi in contatto con il Centro del Partito (usando il programma di criptazione PGP e il programma per la navigazione anonima TOR) e cimentarsi sotto la sua guida nella costruzione di un Comitato di Partito clandestino nella propria azienda, scuola o zona d’abitazione!